» Schiaparelli Elsa  
1890 - 1973
 


 

 
© Collection Roger-Viollet-Archivi Alinari, Firenze  

Relatrice di moda, nata a Roma il 10 settembre del 1890. Appartenente a una famiglia di intellettuali piemontesi, – suo padre era un orientalista, traduttore di opere di poeti e scrittori arabi, suo cugino Ernesto Schiaparelli fu il fondatore del Museo Egizio di Torino – trascorre la sua infanzia a Roma in Palazzo Corsini.

A Londra, nel 1913, conosce il Conte William de Wendt che l’anno successivo diventa suo marito. In seguito a un brevissimo periodo di vita a Londra, dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, Elsa si trasferisce prima a Nizza e poi, nel 1919 a New York dove entra in contatto con artisti come Marcel Duchamp e Man Ray. Nel 1922 dopo la separazione dal marito, torna in Europa e si stabilisce a Parigi con la figlia Yvonne.

Nella capitale francese conosce il grandissimo sarto Paul Poiret; colpita dal suo straordinario talento, si comincia ad avvicinare alla moda. Risale a quegli anni il suo debutto, quando inizia a far realizzare abiti ed indumenti sportivi. Il successo internazionale arriva nel 1927 quando apre, al numero 4 di rue de la Paix, un atelier che battezza “Pour le sport”.

In quello stesso anno lancia sul mercato una serie di golf lavorati a mano da signore armene, con grandi fiocchi trompe-l’oeil disegnati sul davanti. Vende i suoi capi al grande magazzino Strauss di New York e tra le sue prime clienti c’è Anita Loos, allora all’apice della carriera con Gli uomini preferiscono le bionde. Dopo il successo della prima maglia con il fiocco, Elsa sforna dozzine di modelli, i temi sono di volta in volta: tatuaggi marinareschi, cuori trafitti o i cosiddetti “pullover ai raggi X” che ridisegnano il percorso delle ossa.

Il suo stile eccentrico e stravagante è, in qualche modo, opposto a quello sobrio ed essenziale della sua acerrima rivale, Gabrielle Chanel, che la definiva con disprezzo: «L’artista che fa vestiti». Forte del successo in ascesa, nel 1933 la Schiaparelli apre una sede londinese della maison e, l’anno successivo, lancia sul mercato ben tre profumi.

Nel 1935, all’apice della celebrità, trasferisce la maison in una sede più ampia, al numero 21 di Place Vendôme. Allora tra le sue clienti più affezionate figuravano Gloria Guinness e la Duchessa di Windsor, Greta Garbo e Katharine Hepburn. In quegli anni l’innata attrazione di Elsa per il mondo dell’arte si manifesta con sempre maggiore evidenza; iniziano allora le sue collezioni in collaborazione con artisti come Jean Cocteau, Christian Bérard, Léonor Fini, e Salvador Dalì.

Con la collaborazione di quest’ultimo crea tailleur neri con tasche rifinite da bocche femminili, borse a forma di telefono in velluto nero con disco ricamato in oro, abiti da gran sera di organza con su dipinte enormi aragoste, alcuni dei suoi più celebri cappelli, come quello a forma di scarpa.

I suoi bijoux, creati in collaborazione con Jean Schlumberger e artisti come Elsa Triolet e Jean Clement, hanno come protagonisti scarafaggi e libellule, clown e persino aspirine. Elsa è stata anche la prima creatrice di moda a ideare le collezioni intorno ad un unico tema e a trasformare le sfilate in veri e propri spettacoli, anticipando così due tendenze che oggi sono diventate routine.

Se per la primavera-estate del 1935, ad esempio, il filo conduttore della collezione è dato dalle chiusure lampo, nell’autunno-inverno dello stesso anno lancia la collezione “Stop, Look and Listen”. Risale alla primavera del 1937 la collezione “Papillons”, a quella del 1938 la collezione “Cirque”, interamente dedicata al circo. Nel 1938 lancia il profumo “Shocking” contenuto in un flacone a forma di silhouette femminile disegnato da Léonor Fini e ispirato al busto di Mae West attrice che la sarta aveva da poco vestito sul set del film di Edward Sutherland Every day’s a holiday (1937).

Allo scoppio della seconda guerra mondiale, poco dopo il lancio della collezione “Cash and carry” interamente guarnita di tasche per donne costrette a portare con sé il necessario pur non indossando borsette, lascia la Francia per trasferirsi negli Stati Uniti dove rimane fino al 1945. Successivamente, tornata a Parigi, continua a gestire l’atelier che rimane aperto fino al 1954. Nello stesso anno pubblica la sua autobiografia A shocking life il cui titolo evoca il rosa shocking, il suo colore feticcio. Nel suo atelier hanno mosso i primi passi futuri talenti della moda, come Pierre Cardin e Hubert de Givenchy. Elsa Schiaparelli muore il 13 novembre del 1973, all’età di 83 anni.

Sofia Gnoli