» De Vito Gioconda  
1907 - 1994
 


 

 
Foto cortesia Fondazione Paolo Grassi-Fondo Gioconda De Vito  

All’estero viene ricordata come musicista inglese, anche se di nascita italiana. In effetti la tecnica, l’interpretazione, il repertorio, il suono del suo strumento della tradizione italiana poco o nulla avevano. Quel suono, che si era intensamente nutrito di germanesimo, da molti fu definito alla tedesca.

La brillantissima carriera di Gioconda De Vito, violinista, copre circa un ventennio nel quale la grande e prolifica tradizione italiana degli strumenti ad arco può essere considerata ormai esaurita, mentre si andavano invece sviluppando altre scuole, prevalentemente del Centro e dell’Est Europa, oltre che statunitensi.

Il suo successo e la sua fama sono un caso unico, di assoluta controtendenza. Meridoniale (nacque a Martina Franca, in Puglia, nel 1907), Gioconda De Vito conseguì il diploma di violino al Liceo Musicale Rossini di Pesaro; aveva appena 12 anni, una bambina. Il suo straordinario talento fu consacrato dalla vittoria al Concorso Internazionale di Vienna nel 1932, tra i più difficili, selettivi e rigorosi; la giovanissima donna italiana s’impose sugli altri seppure assai dotati partecipanti.

Dopo questa vittoria inizia la sua brillante carriera di musicista: naturalmente moltissimi concerti e tournée da solista, ma anche con Tito Aprea, suo partner al pianoforte; in duo effettuarono storiche registrazioni. Concerti e registrazioni anche con Yehudi Menuhin e Isaac Stern, violinisti statunitensi, e con Edwin Fischer, il pianista svizzero che divenne suo marito.

Per lei nel 1945 Ildebrando Pizzetti scrisse il Concerto in la per violino. De Vito fu titolare per molti anni della cattedra di violino sia al conservatorio che ai corsi di perfezionamento dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma.

Nel 1947 per la prima volta si recò a Londra per delle registrazioni; l’anno successivo debuttò nella capitale britannica con la London Philarmonic Orchestra. Lì, non più giovanissima, si sposò. Visse a Londra, prendendo perciò la cittadinanza inglese.

Ha suonato con i più importanti direttori d’orchestra, tra i quali va in particolare ricordato Wilhelm Furtwängler, di cui raccolse la grande lezione interpretativa specialmente per la musica dell’amatissimo Brahms.

Ebbe l’affidamento professionale del violino Stradivari detto il Toscano, costruito dal grande liutaio cremonese nel 1723 per Cosimo II de’ Medici.

Un po’ grigia, un po’ maschia nell’aspetto, affidava il suo fascino esclusivamente al suono inaudito del suo strumento, un suono eccezionalmente chiaro e ricco, e alla rara sintesi di tecnica perfetta e grande immaginazione poetica. Insieme a Bach, il repertorio romantico era quello a lei più congeniale.

Dietro a questa vita apparentemente serena e di successo, una tragedia e un dolore insanabile: la sorella, malata di mente, fu l’assassina della loro madre.

Gioconda De Vito si ritirò da ogni attività artistica nel 1960. Seppure londinese, morì a Roma nel 1994.

Paola Sacerdoti