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E’ la “mamma” di Topo Gigio, il celebre topolino biondo che milioni di spettatori, non solo italiani, hanno amato attraverso il succedersi di diverse generazioni. “Mamma” in senso proprio perché burattinaia e artista dell’animazione, Maria Perego, assieme al marito Federico Caldura, ha costruito, oltre che inventato, Topo Gigio, facendone quel pupazzo di gommapiuma dagli occhi azzurri e stupiti che sussurra incredulo il suo famosissimo: «Ma cosa mi dici mai?». Approdata alla televisione dopo precedenti esperienze nel teatro di animazione a Roma e a Venezia, ha collaborato lungamente con la sede Rai di Milano.
Erano anni pionieristici in Italia per tutto il cinema di animazione (per non parlare della televisione), e Maria Perego scelse da subito una tecnica sostanzialmente nuova per il nostro paese, quella basata non sul disegno ma sui pupazzi, un innesto delle innovazioni introdotte dal ceco Jiri Trnka sulla tradizione italiana del teatro di marionette. Per la televisione dei ragazzi degli anni ‘50, e in particolare per il programma Saltamartino, inventò diversi personaggi, sempre piccoli animali umanizzati, di cui il più famoso prima della nascita di Gigio, è Picchio Cannocchiale, che molti tra gli allora giovani spettatori della televisione degli esordi ricordano ancora oggi.
Topo Gigio nacque tra il 1957 e il 1959 (la data è incerta come capita spesso alle star); fin da subito la sua presenza nella televisione italiana non si limitò ai soli programmi per bambini e ragazzi, ma attraversò l’intero palinsesto fino alla prima serata. Prestissimo, Topo Gigio fece la sua apparizione in programmi di grande ascolto come Canzonissima, dove nel 1959 fu ospite per la prima volta accanto a Nino Manfredi e Delia Scala e dove tornò nel 1974 in veste addirittura di co-conduttore assieme a Raffaella Carrà e Cochi e Renato; nel tempo, avrebbe duettato con Louis Armstrong e Frank Sinatra e si sarebbe esibito nelle televisioni di mezzo mondo, dal Brasile al Giappone.
Come nella creazione del Picchio Cannocchiale Maria Perego non aveva avuto timore di confrontarsi con un personaggio già noto, “Picchiarello” (nome originale Woody Woodpecker), facendo sempre leva sul fascino esercitato dal picchio sui bambini, ma da un punto di vista totalmente diverso, così nell’invenzione di Topo Gigio scelse lo stesso animale che fa da riferimento al più celebre personaggio della produzione novecentesca per ragazzi, Topolino ovvero Mickey Mouse, senza timori riverenziali né tentazioni imitative.
Per il pubblico infantile il topo fa leva su un meccanismo di identificazione (per la sua stessa piccolezza e per la sua natura inequivocabilmente infantile, seppure non priva di malizie), mentre il pubblico adulto sembra attratto soprattutto da un meccanismo di protezione e di intenerimento. Del resto, l’affinità ai pupazzi di peluche ha giocato fortemente fin dall’inizio nel successo di pubblico di Topo Gigio e anche nel successo commerciale in termini di merchandising. Un’altra evidente specificità del personaggio è il suo essere sempre a cavallo tra realtà e finzione, come nelle precise intenzioni della sua creatrice.
Molto attenta agli aspetti tecnici nella costruzione e nella manipolazione dei pupazzi Maria Perego ha fatto così del suo topolino una vera icona popolare, anche grazie alla “telegenia” di cui lo ha dotato: alto poco meno di venti centimetri, di un materiale ideale per modellare l’espressività e rispondere alla luce dei riflettori, Topo Gigio è direttamente animato dalle mani di operatori (all’inizio la stessa Maria Perego) vestiti con tute nere per rendersi invisibili, senza che siano necessari l’intervento di fili o di particolari strumenti tecnici.
Decisa a difendere la propria autonomia creativa Maria Perego si è costruita nel tempo una fama di donna e di professionista “di ferro”, anche in ragione delle sue relazioni non sempre facili con la Rai.
Peppino Ortoleva Maria Teresa di Marco