» Horus (Rosanna Zerilli)  
1928
 


 

 

Rosanna Zerilli, nata a Roma nel 1928 sotto il segno della Bilancia, è nota come astrologa al grande pubblico con il nome di Horus, la divinità solare egiziana nata dallo sguardo d’amore che Osiride, risvegliandosi dalla morte, rivolse a Iside. A ben vedere, però, il suo nume tutelare potrebbe a buon diritto essere un’altra figura del pantheon egizio, la dea-gatta Bastet.

Quasi impossibile, infatti, ricordare un’immagine della Zerilli in cui non sia accompagnata da uno dei suoi numerosi felini, a cominciare dalla foto che correda l’oroscopo settimanale che firma da molti anni sul Venerdì di Repubblica.

Un appuntamento fisso anche per coloro, e sono molti, che, seppure scettici a proposito dell’influenza delle stelle sul destino degli umani, sono comunque conquistati dagli stimoli alla riflessione di cui Horus non è mai avara.

In un mondo infestato da pseudo-astrologi cialtroni e da praticoni improvvisati, Rosanna Zerilli è la prova del fatto che popolare non vuol dire necessariamente triviale. È probabilmente questa la chiave del suo successo e della sua “riconoscibilità”, costruiti, oltretutto, senza viatici televisivi: il che, di per sé, costituisce già una notevole rarità.

Lei ama dire che «l’astrologia è una metodologia adatta a chi è disposto a pagare un prezzo per la propria evoluzione».

In pieni anni Cinquanta, «con un’indipendente e anticonformista Luna in Acquario» che la rendeva insofferente a regole e valori fermi, per le donne, a quelli «della società descritta da Tolstoj in Guerra e pace», si sentiva condannata all’infelicità e al disagio: «Altre si sarebbero sposate, io decisi di entrare in analisi».

Fu così che la sua terapeuta, Dora Bernhard, (fondatrice, con il marito Ernst, della scuola italiana di psicologia analitica), nel corso della prima seduta le chiese data e ora di nascita, allo scopo di studiare il suo quadro astrale. Cominciava così, per la futura Horus, quel cammino che l’avrebbe portata, come corollario di un pieno «percorso di evoluzione e di conoscenza», a entrare nel mondo dell’astrologia.

«Non c’è vero astrologo del Novecento che non abbia fatto esperienza di analisi», sostiene la Zerilli, e ricorda che Jung, in una lettera citata da Adler, raccontava che se il caso di cui si occupava gli appariva particolarmente complesso, l’oroscopo del paziente lo aiutava a mettere meglio a fuoco la situazione.

Durante un viaggio a Parigi, Rosanna Zerilli, già immersa nei suoi studi simbolici, conosce André Barbault, il più importante studioso di astrologia francese, di cui diventa allieva e amica e di cui favorirà la pubblicazione delle opere in Italia. Con lui frequenta il gotha dell’astrologia mondiale, mentre nasce il suo interesse per l’opera del filosofo rinascimentale Marsilio Ficino, a cui dedica articoli e una dotta monografia.

Alla fine degli anni Sessanta, Rosanna Zerilli (che è laureata in legge e ha sempre lavorato, fino alla pensione, nell’ufficio legale di una società di un grande ente pubblico) comincia a curare per Tempo illustrato una rubrica fatta di oroscopo e di corrispondenza con i lettori.

Qualche anno dopo avrà inizio l’avventura femminista: scritta nel destino, è il caso di dirlo, per lei che a sette anni già dichiarava che non si sarebbe mai sposata. È l’epoca dell’autocoscienza, dei collettivi, della fase trionfante del movimento delle donne, e chi legge il suo oroscopo e la sua corrispondenza con i lettori, dalla metà degli anni Settanta traslocati sulle pagine del settimanale femminile Amica, trova un’eco chiara di quell’atmosfera. Anticonformismo, pacatezza, accento su cosa ognuno può fare per sé prima di lamentarsi del proprio destino: la formula della Zerilli, ormai diventata Horus, è un grande successo.

Ogni settimana le arrivano in redazione decine di lettere, tanto che la Rizzoli giudicherà maturi i tempi per lanciare una rivista interamente dedicata all’astrologia. Nascerà così Astra, la prima di una serie di pubblicazioni popolari specializzate, e più tardi, per la Giorgio Mondadori, Sirio.

A entrambe Horus contribuirà per brevi periodi, poco disposta com’è ad assecondare un’aria del tempo che chiede all’astrologia di fare previsioni spicciole, possibilmente consolatorie, più che essere strumento di crescita della consapevolezza, come lei pensa che debba essere e come spiega anche nei libri che è andata pubblicando nel corso del tempo: Introduzione all’ Astrologia, Astrologia di relazione e Astrologia di Horus.

Oggi, continua a essere regolarmente consultata da politici, giornalisti e uomini d’affari, ha un sito web, La Buona Stella, e legge l’oroscopo quotidiano su Radio Capital. Segue, inoltre, un manipolo di allievi accuratamente selezionati, felice di sentirsi «come una maestra settecentesca», al lavoro per restituire all’antica e nobile scienza degli astri il posto che le compete.

Nicoletta Tiliacos