» Giussani Angela e Luciana  
Angela 1928 - 1987; Luciana 1934 - 2001
 


 

 
Le sorelle Giussani nel loro studio a Milano, 1966 - © Farabolafoto, Milano  

Di Angela Giussani, bellezza delicata alla Grace Kelly, resta un informale ritratto sulle antiche confezioni delle saponette Lux, ai tempi in cui era fotomodella. E forse anche nei tratti aristocratici di Eva Kant, così chic con i suoi classicissimi chignon, anche se Angela è stata decisamente più spavalda della sua creatura, temperamento maschile, una passione per le macchine sportive e per gli aerei.

Di tutt’altra pasta sua sorella Luciana, dolce, perfino timida. Milanesi di zona Magenta, famiglia borghese e scuole dalle Orsoline, insieme viaggiano ogni volta che possono e ricevono amici nella bella casa che dividono con la madre. E il primo novembre 1962, neofite nel mondo dei fumetti, pensando a Lupin, Rocambole e Fantomas mettono al mondo Diabolik, personaggio che piacerà anche a Buzzati e a Visconti.

L’angelo ribelle in calzamaglia nera è l’uomo che forse avrebbero voluto accanto e che non erano mai riuscite a incontrare: Angela era stata infelicemente moglie dell’editore Gino Sansoni, Luciana non si era sposata mai, un solo grande amore, si dice, in tempo di guerra, finito male.

Fisico scultoreo, virile ma senza machismi, sguardo azzurro alla Robert Taylor, tanto amato al cinema, Diabolik è un criminale gentiluomo di temperamento anarcoide, sensibilissimo verso la bionda compagna: mai una scena di sesso, solo cinematografici baci. Antieroe forte e gentile, violento ma non privo di morale, niente droga né commercio di armi, mai un sopruso ai danni dei più deboli, animali compresi. Più francese che americano, Diabolik si muove perennemente inseguito dal poliziotto Ginko, suo alter ego eticamente corretto, tra Clerville, cittadina immaginaria dalle atmosfere provenzali, e Ghenf, posto di mare di profumo marsigliese.

Le sorelle Giussani amarono Diabolik come nessun altro, quasi maternamente, come si può amare un figlio-amante, lavorando in simbiosi giorno e notte a ogni storia, anche due mesi di gestazione per volta, con una femminile e meticolosa attenzione ai risvolti psicologici e alle dinamiche relazionali, quasi biografe di un personaggio vivo. Affidandosi invece a collaboratori uomini e con un maschio senso dell’azione per escogitare trucchi ingegnosi e soluzioni spettacolari, alla James Bond, eroe coevo da cui Diabolik si vanta di non aver mai copiato nulla. Le celebri maschere, evoluzione delle romantiche barbe finte di Fantomas, sono una sua dotazione originale.

Lo scrittore Alberto Ongaro, ingaggiato per una breve collaborazione, ricorda di aver tra l’altro suggerito il trucco delle ventose per scalare un grattacielo. Parla delle Giussani come di due vere gentildonne con un sottile sense of humour, misurate, molto milanesi, refrattarie a ogni esibizionismo, infaticabili lavoratrici e terribilmente “bene”. E racconta di quando le accompagnò a Roma da Dino De Laurentiis, che da Diabolik voleva trarre un film, e di come loro si scandalizzarono perché lui le ricevette con i piedi sulla scrivania.

Generose, infastidite dalle convenzioni e dall’angustia delle regole, socialmente e meneghinamente illuminate pur senza mai legarsi ad alcun partito – Diabolik fece campagna a favore del divorzio e in sostegno dei diritti dei detenuti – le due signore non nascondevano una certa simpatia per i gruppi anarchici, alla Cederna, e finanziavano comunità per il recupero dei tossicodipendenti.

Chiamate più volte in tribunale a rendere conto delle malefatte di quel loro figliolo scapestrato, accusato alternativamente di essere troppo di destra o troppo di sinistra, Angela e Luciana non tradirono mai l’impianto quasi filantropico degli inizi: l’idea era di dare qualcosa da leggere in treno a tutti quei pendolari che vedevano ogni sera partire dalle ferrovie Nord per Seregno o Saronno. Di offrire loro un intreccio fantastico che per una mezz’ora li portasse via dalla fatica della catena o dal logorio degli uffici. Dopo il primo numero, vennero dei lettori a suonare timidamente alla porta della casa editrice per avere notizie del secondo.

Angela se n’è andata nell’87, a 64 anni, dopo una dolorosa malattia, lavorando accanitamente fino all’ultimo. Fatte fuori le scorte, Luciana pensò di passare dal mensile al bimestrale, il distributore che si metteva le mani nei capelli: la paura, rimasta senza Angela, era di non poter più garantire la stessa qualità. Luciana si è spenta il 31 marzo del 2001, a 72 anni. Diabolik vive ancora.

Marina Terragni