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Teoria dell’indipendenza

Nel passo che segue l’autore analizza la posizione di coloro che ritenevano che, per raggiungere in Italia la libertà, fosse innanzi tutto necessario cacciare lo straniero dalla penisola. Ferrari sottolinea, però, che l’allontanamento degli austriaci non avrebbe costituito in alcun modo una garanzia per il successo della rivoluzione e che anzi esso sarebbe andato ad esclusivo vantaggio della casa Savoia, anche se avrebbe necessariamente presupposto la collaborazione di tutti i principi italiani.

G. Ferrari, Scritti politici, a cura di S. Rota Ghibaudi, Torino, Utet, 1973, pp. 297-300.

 

Teoria dell’unità

Nelle pagine che seguono l’autore indaga brevemente la posizione di chi proponeva di riunire gli italiani in un unico organismo nazionale, allontanando tutti i principi dalla penisola. Secondo Ferrari, però, il progetto unitario si sarebbe scontrato con la diversità delle leggi, dei costumi e delle tradizioni, senza offrire modelli condivisi alternativi e senza, peraltro, modificare la struttura interna della società. La rivoluzione avrebbe richiesto, invece, un lavoro «sociale interno», avrebbe dovuto scaturire spontaneamente, e fermarsi una volta raggiunta la libertà nei singoli stati, tutelandone l’autonomia.

G. Ferrari, Scritti politici, a cura di S. Rota Ghibaudi, Torino, Utet, 1973, pp. 335-339.


Organizzazione del partito sociale

Nel passo Ferrari espone il suo programma rivoluzionario, individuando i punti principali sui quali avrebbe dovuto fondarsi l’azione futura (tra gli altri guerra aperta alla Chiesa cattolica e alle dinastie regnanti, e rinnovamento delle strutture sociali). Da notare il ruolo attribuito alla Francia, leader indiscussa della guerra sociale.

G. Ferrari, Scritti politici, a cura di S. Rota Ghibaudi, Torino, Utet, 1973, pp. 390-401.