Patriota. Di nobile famiglia, coltivò studî matematici. Già una volta arrestato nel 1852 dopo una perquisizione che trovò nella sua casa “stampe sovversive”, fu condannato a morte nel 1853 per la sua attività antiaustriaca. Salì al patibolo con Tito Speri e Bartolomeo Grazioli, sugli spalti di Belfiore.