» Scalvini Giovita  
Botticino, Brescia, 1791 - ivi 1843
 

Letterato. Conobbe, giovanissimo, Ugo Foscolo, con il quale ebbe poi frequenti contatti; fu in relazione con Vincenzo Monti. Redattore e segretario della Biblioteca italiana (1818), fu incarcerato in seguito ai moti del 1821.

L'anno dopo andò esule in Svizzera e a Londra; nel 1824 passò a Parigi, quindi, fu ospite dei coniugi Arconati nel castello di Gaesbeek in Belgio; tornò a Brescia nel 1838. I suoi saggi (Dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, 1831; Considerazioni morali sull'Ortis, pubblicato postumo negli Scritti, a cura di Nicolò Tommaseo, 1860) lo pongono tra i maggiori critici italiani del primo Ottocento.

Tradusse il Faust di Goethe (1835) e lasciò due poemetti incompiuti, L'esule e Ultimo carme, ispirati alla sua vicenda umana e politica (anch'essi pubblicati postumi da Tommaseo negli Scritti).