Navigazione: » Italiane » Biografie » Dagli anni Cinquanta ad oggi (1951-2011)
Motore di ricerca

Cerca all'interno
dell'archivio

   Dagli anni Cinquanta ad oggi (1951-2011)
  Dagli anni Cinquanta ad oggi (1951-2011)
Seleziona una lettera:

0-9 A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z
  Gli articoli più visualizzati
Bandiera Italiana
  Sito ottimizzato
Ottimizzazione

Sito ottimizzato per una risoluzione di 1024x768px o superiori.

Browser/applicazioni consigliate

  • Firefox 3+
  • Crome - tutte le versioni
  • Internet Explorer 7+
  • Opera 9+
  • Safari 5+
  • Adobe Acrobat Reader o altro lettore pdf (per visualizzazione documenti)
 

Dagli anni Cinquanta ad oggi (1951-2011) » Lubich Chiara  
1920 - 2008
 


 

 
Chiara Lubich incontra in Vaticano papa Giovanni Paolo II - Foto cortesia Centro S. Chiara Audiovisi  

E' stata l'unica donna fondatrice di uno dei movimenti cattolici sviluppatisi nella seconda metà del Novecento, anzi del più grande, quello dei “focolari”. Nata a Trento da una famiglia di tipografi, viene battezzata con il nome di Silvia. Il padre è socialista e il fratello Gino sarà partigiano e giornalista a l'Unità.

Diplomatasi nel 1938, fa la maestra elementare in Val di Sole e a Trento, e s'iscrive all'università di Venezia, attratta dalla filosofia. Ma nel 1939, durante un incontro dell'Azione Cattolica a Loreto, si convince d'avere scoperto una via particolare per mettere in pratica il vangelo.

Così nel 1943 cambia il suo nome in quello di Chiara e fa voto di castità, confortata da quelle che considera rivelazioni soprannaturali, poi confluite in testi riservati a pochissimi intimi.

L'episodio verrà considerato anche il momento di nascita del movimento, il cui nome ufficiale sarà Opera di Maria e che Chiara – così a lei ci si riferisce, con semplicità agiografica – progetta per “vivere e diffondere la fratellanza universale”. Nel 1944, mentre Trento è sotto i bombardamenti, va a stare con alcune compagne in un appartamento: è il primo “focolare” e da allora la vita della giovane maestrina si confonde con quella dei “focolarini”.

Dopo la guerra, nel 1948 la fondatrice incontra il deputato democristiano Igino Giordani, che sarà il primo focolarino sposato e che soprattutto, grazie alle sue entrature politiche ed ecclesiastiche, si rivela così decisivo nel superare diffidenze e sospetti suscitati all'inizio della guerra fredda dal gruppo, guidato da una donna e rivolto al dialogo, da esserne poi considerato cofondatore.

Nel 1954 viene ordinato il primo prete del movimento: è Pasquale Foresi (figlio d'un parlamentare democristiano), altro cofondatore in seguito meno ricordato. All'insegna della ricerca dell'unità tra i cristiani, con le altre religioni e nell'intera “famiglia umana”, l'Opera di Maria s'insedia in altri paesi, compresi quelli comunisti, e finalmente il movimento – che comprende celibi e sposati, preti e religiosi – viene approvato nel 1962 da Giovanni XXIII e s'espande in tutto il mondo, con una trentina di piccoli villaggi (il primo fondato nel 1965 a Loppiano, presso Firenze) e una miriade di riviste, editrici, aziende, sotto la frequente denominazione di “città nuova”.

Ci vogliono però quasi trent'anni per ottenere il riconoscimento pontificio degli statuti. Questo giunge nel 1990 sotto Giovanni Paolo II, forte sostenitore dei movimenti, anche i più controversi (dall'Opus Dei ai neocatecumenali), contro quelle critiche che imputano loro tendenze esclusiviste.

Nei confronti dei focolarini questi appunti sono minori per le dimensioni assunte dal movimento, che dichiara oltre due milioni di aderenti e centinaia di vescovi simpatizzanti. Le riserve si rivolgono piuttosto a una prassi di dialogo incondizionato che non sarebbe sorretta da un impianto culturale ben definito e al forte ruolo della fondatrice, secondo una tendenza peraltro molto diffusa. Così il pontificato di Giovanni Paolo II significa per Chiara il successo definitivo, consacrato dalla sua partecipazione in primo piano all'incontro che nel 1998 riunisce a Roma intorno al papa i nuovi movimenti, ma soprattutto dalla regola, prevista negli statuti, che a capo dell'Opera di Maria sarà sempre una donna. E poco dopo la sua morte, avvenuta a Rocca di Papa, a succederle è infatti una delle collaboratrici più strette, l'avvocato calabrese settantunenne Maria Voce.

Quando ormai la figura della fondatrice – replicata da molte compagne fino nei tailleur, nei foulard e nei capelli a caschetto, ma soprattutto ricordata con simpatia non soltanto tra i cattolici – è divenuta familiare, con il suo sorriso aperto, in tutto il mondo.

Giovanni Maria Vian

   Stampa