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Dagli anni Cinquanta ad oggi (1951-2011) » Ichino Francesca  
1921
 


 

 

Francesca Ichino nasce a Milano da due avvocati: Carlo Pellizzi e Paola Pontecorvo, fra le prime donne avvocato, israelita, che si converte al cattolicesimo nel ‘32, fa battezzare i figli Francesca e Gianluigi e li avvia a una conoscenza della fede militante e progressista.

Paola stessa fa parte del Comitato milanese di Nomadelfia, di cui sono fondatori e promotori padre Davide Turoldo e don Zeno Saltini. Per Francesca, incontri fondamentali saranno poi quelli con don Primo Mazzolari, don Mario Giavazzi, padre Balducci e don Lorenzo Milani, figlio di amici dei genitori, ritrovato ormai prete dopo la guerra, grazie al suo primo straordinario libro, Francesca, laureatasi in legge e in lettere nel ‘43, tre anni più tardi incontra Luciano Ichino, pure avvocato, reduce da due anni di campo di concentramento in Germania e in Polonia.

Dopo sette mesi sono sposati. Ma sono stati mesi di incontri severi e di approfondimento, senza remore, delle reciproche differenze e affinità, l'inizio di 52 anni di vita coniugale senza malintesi e arricchiti da quattro figli.

Francesca fa la mamma, l'insegnante, la volontaria, l'avvocato della parrocchia e delle prime associazioni per la tutela delle donne maltrattate fino a 45 anni, cercando di avviare i suoi ragazzi a una meditata scala di valori, discutendo con loro di tutto, sfuggendo alla tentazione di “realizzarsi” nella professione forense o nell'avviato studio legale di famiglia.

Ma nel ‘66 viene coinvolta dal Centro per la Riforma del diritto di Famiglia, diretto dall'ex compagna d'università avvocato Giuliana Fuà. Qui lavora a fianco, fra altri, dell'allora presidente del Tribunale per i minori di Milano Luigi D'Orsi sul tema della riforma della potestà parentale. Nel ‘68 D'Orsi la persuade a un servizio volontario stabile presso il Tribunale. Servizio che dura a tutt'oggi: Francesca Ichino, considerata fra “le madri” dell'affido familiare in Italia, fa parte del Comitato scientifico del CAM (Centro Ausiliario per i problemi Minorili), attività documentata in vari volumi dati e statistiche sul lavoro pionieristico del centro.

La fase storica in cui inizia l'esperienza “pubblica” è straordinaria: la legge che nel ‘67 introduce in Italia l'adozione speciale costituisce una rivoluzione copernicana in tema di diritto dei minori, a seguito della Convenzione di Strasburgo che pone al centro di ogni situazione il diritto dei bambini anziché quello degli adulti. La contestazione studentesca del ‘68 e la promulgazione della Riforma del diritto di famiglia del ‘75 segnano tra l'altro una svolta in tema di parificazione dei diritti della donna nella famiglia e nella società italiana.

Francesca raduna un gruppo di professionisti volontari coi quali lavora alla fondazione del Comitato di servizio al pubblico per le adozioni e per gli affidi familiari. Instaura un rapporto di fiducia fra Tribunale e Istituti religiosi che ospitano minori in occultato stato di abbandono. L'Ufficio legale del CAM opera anche per aiutare le nuove leggi a fiorire con una giurisprudenza promossa da avvocati volontari, decisi ad andare fino in Cassazione a proprie spese (altro che vergognoso e inesistente “gratuito patrocinio”!); il CAM inventa le borse-lavoro per gli adolescenti in affido, reperisce fondi privati per un lavoro così totalmente pubblico, rafforzando le sinergie fra pubblico e privato.

Un impegno che prende l'intera seconda parte della sua vita, con l'appoggio morale del marito, con cui condivide l'idea che impegno di un avvocato è anche e soprattutto difendere i poveri e combattere le ingiustizie. Motivazioni ed energie, Francesca Ichino le ha trovate in se stessa e nella feconda frequentazione di persone come don Lorenzo Milani. Incontri straordinari, mai casuali sempre ricercati come si farebbe con un tesoro da custodire e additare ai figli, perché ne cerchino di nuovi.

Gloria Ghisi

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