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Dalla prima guerra mondiale al secondo dopoguerra (1915-1950) » Valli Alida (Alida Maria von Altenburger)  
1921 - 2006
 


 

 
© Farabolafoto, Milano  

Nella sua lunga carriera Alida Valli ha girato circa 110 film con alcuni dei più stimati registi internazionali. Ha fatto teatro e Tv, ma è il cinema che fa di lei una gloria italiana. Valli è un nome d'arte che sostituisce quello portentoso d'origine: Alida Maria von Altenburger, baronessa di Markenstein-Freuenberg.

La futura attrice nasce a Pola (Istria), il 31 maggio 1921 da padre austriaco professore di filosofia, e da madre slava, Silvia Okrebar, ed è uno splendore: fronte bombata, occhi mandorlati, zigomi alti, sguardo profondo. A 15 anni Valli è a Roma da uno zio e s'iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia. È subito scoperta grazie alla bellezza raffinata e sensuale, all'espressività sensibile e misteriosa. La sua carriera decolla con due film del ‘37, Il feroce Saladino di Mario Bonnard e Sono stato io! di Raffaello Matarazzo. Seguono altre commedie di cassetta tra cui Mille lire al mese (1939), Ore 9 lezione di chimica (1941), e poi il primo ruolo drammatico in Piccolo mondo antico, di Mario Soldati, per il quale vince la Coppa Volpi al Festival di Venezia come migliore attrice protagonista.

L'anno dopo gira il dittico Noi vivi e Addio Kira con Rossano Brazzi, tratto dal romanzo di Ayn Rand, filosofa, politica anti-comunista e anti-autoritaria. L'opera è apprezzata ancora oggi sopra tutto per la Valli «indimenticabile nella sua bellezza senza tempo e senza speranza» (Mereghetti). Sempre con Mario Soldati regista, la Valli è Eugenia Grandet (1946), e vince il Nastro d'argento.

Dopo aver perso in guerra il suo fidanzato aviatore, Carlo Cagnasca, caduto a Tobruk nel ‘41, la Valli sposa il musicista jazz Oscar De Mejo nel ‘44, e nascono i figli Carlo e Larry, mentre continua la sua ascesa. Nel 1947 il produttore di Via col vento David O. Selznick la invita a Hollywood, e con l'appoggio del marito, Valli decide di fare il seducente salto. Dei film girati nei cinque anni americani sono memorabili Il caso Paradine di Alfred Hitchcock, dov'è accanto a Gregory Peck (1947), e l'immortale classico di Carol Reed Il terzo uomo (1949), con Orson Welles. Insofferente dello “studio system” come tanti altri prima e dopo di lei, strangolata dal famigerato contratto capestro di sette anni che regolava ogni aspetto della vita pubblica e privata dell'attore, la Valli versa una stravagante penale pur di andarsene da quell'inferno travestito da paradiso che è Los Angeles. Si rompe anche il matrimonio con De Mejo, e l'attrice è sola con due bambini e una vita da ricostruire.

I film europei di quegli anni sono per lo più di routine, finché nel 1954 l'attrice trova il ruolo della vita, quella della bella e dannata Contessa Serpieri in Senso di Luchino Visconti. Le è negata una strameritata Coppa Volpi quell'anno per la sua difesa dell'amico Piero Piccioni, coinvolto nello scandalo Montesi, un fattaccio di cronaca inquinato da manovre politiche, esploso in un circo mediatico-giudiziaro dell'epoca. Nel 1957 è in Il grido da Michelangelo Antonioni, film fondamentale d'un autore assoluto, che vince il gran premio della critica del Festival di Locamo.

In questi stessi anni nasce il legame con Giancarlo Zagni, ex-aiuto regista di Visconti, con il quale debutta in teatro nel 1955, come fanno spesso gli attori quando i bei ruoli al cinema scarseggiano. Reciterà Ibsen, Arthur Miller, Pirandello, Genet, Cocteau, Tennessee Williams, con registi come Mauro Bolognini, Cherif, Patrice Chereau, Giuseppe Patroni Griffi. Negli Usa ritorna per fare qualche comparsata Tv, principalmente nella fortunata serie del Dr. Kildare, protagonista Richard Chamberlain. Anche in Italia fa Tv, ma sarà sempre il cinema che le darà i ruoli che ne fanno un mito. Nel 1967 Pierpaolo Pasolini la chiama per L'Edipo re; con Bernardo Bertolucci lavora più volte: in La strategia del ragno (1972), Novecento (1976), e La luna (1979). Con il maestro dell'horror Dario Argento gira Suspiria (1977).

La Valli, riservata e antimondana da sempre, considera un fallimento la sua vita sentimentale.

Anselma Dell'Olio

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