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   Dall'Unità d'Italia alla prima guerra mondiale (1861-1914)
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Dall'Unità d'Italia alla prima guerra mondiale (1861-1914) » Melegari Dora  
1849 – 1924
 

Dorette Marie (Dora) Melegari nacque a Losanna da Maria Carolina Mandrot e da Luigi Amedeo, entrambi amici e stretti collaboratori di Mazzini. In questo ambiente assorbì la cultura del Risveglio religioso protestante di stampo pietistico, intrisa di romanticismo patriottico e di simpatie per un cattolicesimo aperto e tollerante.

Durante tutta la sua vita fece la spola tra la Svizzera, la Francia e l'Italia, favorendo scambi culturali e politici fra le protagoniste italiane e straniere dell'emancipazionismo femminile.

Bilingue, si affermò presto come scrittrice di saggi e di romanzi, ma anche come giornalista pagata per il suo lavoro (spesso scriveva i suoi libri in francese per poi tradurli in italiano). Dal 1887 al 1891 diresse con il conte Augusto Fantoni la «Revue Internationale», collaborando con il professor Angelo De Gubernatis sia nella rivista che per l'Esposizione Beatrice del 1890.

Si impegnò attivamente in numerose attività filantropiche, prima come socia dell'Unione per il Bene italiana, poi dal 1903 come fondatrice con Gabriella Spalletti Rasponi del Consiglio Nazionale delle Donne Italiane; come vicepresidente ne firmò gli Atti del I Congresso del 1908, dopo avere anche presieduto la Sezione Arte e Letteratura.

La sua opera più completa, Ames dormantes (1900), poi tradotta come Il Risveglio delle anime (1903) o Il destarsi delle anime, divenne un testo di formazione femminile consigliato negli ambienti del riformismo religioso italiano di fine Ottocento e poi del modernismo, anche se la valutazione pessimistica del carattere femminile e un certo eccesso di misticismo suscitarono alcune riserve.

Continuò a lavorare fino alla tarda maturità alla stesura di biografie e “idealtipi” femminili, non trascurando l'attenzione alla psicologia individuale. Dando valore all'esperienza religiosa interconfessionale e femminile, mise a fondamento della sua fede l'idea di un'élite capace di riscoprire una religione “della pietà e del vero”. Componenti molto forti di questo sincretismo furono un cristianesimo antidogmatico venato di tolstoismo e di contenuti teosofici accennati con discrezione nelle sue opere.

Roberta Fossati

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