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Testi » Dialogo tra Ferdinando II, Del Carretto ministro ed il gesuita confessore  
 

di Anonimo

Ferdinando
-Eh, Del Carretto,
te l'aggio detto?
Cotesto Papa
testa di rapa ci dà a pensare.
Del Carretto
- Lasciando fare.
Ferdinando
- Ma intanto io scredito
e mi dan debito
d'essere in guerra
col Dio in terra.
L'ho a digerire?
Del Carretto
- Lasciamli dire.
Ferdinando
Dunque desidera
il Lazzarone
come la Francia...
DelCarretto  
- Costituzione.
Ferdinando
Oh mio grand'avo;
quegli era bravo!
Promesse e feste,
poi palchi e teste.
Felici tempi!
Del Carretto  
Seguiam gli esempi.
Giustizia facciasi
queta e laconica;
la scuola, o Sire,
non è borbonica?
Ferdinando
- Non si precipiti;
pensiamo prima:
che dice Metternich?
Del Carretto  
- Si rode e lima:
il sonno infestangli,
gli dan mestizia
tanti scannati
della Gallizia;
 non ha conforto
nell'orazione,
e il Papa turbagli
la digestione.
Ferdinando
E Nicolao
come la intende?
Del Carretto   
- Pensa del Caucaso alle vicende
e alla Polonia che estinta vuole.
Ferdinando
- Non l'ha distrutta?
Del Carretto  
- No ancor.
Ferdinando
- Men duole. A Leopoldo
scrissi i perigli.
Del Carretto  
- Che disse, o Sire?
Ferdinando
- Che ha a far coi figli;
che il terremoto
l'ha imbarazzato;
l'affar di Rienzi
l'ha diffamato;
che Vienna annoialo
perché vorria
meno velata
la tirannia;
che il bon Toscano
si guida a spasso
con frusta in mano:
che si contentano
i fiorentini
quando han spettacoli,
donne e quattrini;
che il suo consiglio
trabocca e intoppa.
Del Carretto
-Egli è un granduca
proprio di stoppa!
Il bravo Estense,
quegli tien duro!
Sta là recinto
come da un muro:
non vuol corrieri,
non vuol vapore,
né alcun rumore.
Ferdinando
-Maria Luisa?
Del Carretto
-
Non conta un'acca:
egli d'Italia
si fa campione.
Ferdinando
-
Sei pur coglione!
Io cosi semplice
noi credo certo,
né è simil tattica
nuova in Alberto.
Del mio grand'avolo
ei fu alla scuola,
e sa che un principe
non tien parola.
Ei nel ventuno
ordì congiure,
promise pure
Statuti e Camere
per farsi re;
poi nel trentuno
mutando vita,
si fe' gesuita,
e alzò patiboli
nel trentatré.
Il Don Chisciotte
sol fa per gioco:
vedrai fra poco
ch'è sempre un lazzaro
al par di me.
Ma intanto Pio
mi dà gran tedio,
ed un rimedio
sicuro e facile
trovar conviene...
Del Carretto
-Se non fosse unto
del crisma santo
ci vorria tanto?
Ferdinando
-Nessun ci sente,
parla, di' su.
Del Carretto
-Del vin di Borgia
non ve n'è più?
Ferdinando
-Ma tu sei peggio
del tentatore...
Del Carretto
-Allor ne parli
col Confessore.
Ferdinando
Giunge a proposito.
Ciambellano.
-Vien, Monsignore.
Gesuita
-Se tardi al cenno
qui giungo, o Sire,
gran cose arreco.
Ferdinando
-Stiamo ad udire.
Gesuita
-Quel Pio che ascendere
osò sul trono
senza che Metternich
gliel desse in dono,
quel che si eresse
l'antagonista
del gran Gregorio,
crebbe la lista
della massonica
fatai genia
coll'amnistia
che pubblicò.
E ciò che aumenta
di molto il male
è il vero giubilo
universale.
Qual tristo giorno,
Sire, preparasi
pei re, per l'ordine,
d'oltraggio e scorno!
Ferdinando
-Il di preparasi
della vendetta.
Gesuita
-Vendetta? Oh, Sire,
Qual grave errore!
A Dio s'aspetta.
Del Carretto (da sé).
-
(Frate impostore!)
Ferdinando
-
Qui Del Carretto
parlare osava
di certo vino,
ma non pensava...
Gesuita
-Oh un papicidio!
L'affare è serio
(non però novo):
certo che i monaci
lodan l'azione
allorché trattasi
di religione,
ma non contemplano
che i soli re.
Ferdinando
-
Contro i pontefici
modo non v'è?
Gesuita
-
Non è il pontefice
che mi dà pena,
sono i fratelli
ch'entrano in scena.
Ferdinando
-Che ci hanno a fare
i preti e i monaci
in un affare
d'alta politica,
ch'è de' sovrani
opra e consiglio?
Gesuita
-
V'è un gran periglio,
perché i Romani,
sol che una colica
venisse a Pio,
d'Ignazio l'Ordine,
affé di Dio,
tutto farebbero
a brani a brani.
Ergo non lice,
o Maestà,
porre in pericolo
la Società.
Ferdinando
-Dunque proponga
sua reverenza
ciò che far devesi.
Gesuita
-
Credo in coscienza
che il miglior modo,
almen per ora,
sia d'impiegare
non già il veleno,
ma sorde pratiche
colle eminenze,
coi confessori,
colle eccellenze,
acciò si oppongano
in mille forme
alle sataniche
nuove riforme;
acciò non cessino
di far del male
a chi conoscono
per liberale;
acciò mantengano,
non l'amicizia,
ma la zizzania
fra la milizia.
Ovunque spargasi
che il Santo Padre
gli ha canzonati,
facendo credere
ch'egli ha promesso
ciò ch'eseguire
non gli è concesso:
facendo nascere
conflitti e gare
acciò gli svizzeri
debban restare,
e intanto esortinsi
l'Austria e le Corti
perché non cedano,
rimangan forti,
e perché suonino,
all'occasione,
il gran vocabolo
d'intervenzione.
Saprà poi l'Ordine
con modi santi
nelle sinderesi
degl'ignoranti
stillar la facile
persuasione
che il Papa è eretico
e framassone.
Cosi si pratica
proprio a pennello
il saggio divide
di Machiavello -.

Ministro e Principe
ai savi detti
Amen rispósero
Battendo i petti
e il resultato
del pio congresso
spediro a Metternich
con un espresso

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