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La costruzione dello Stato e i nuovi indirizzi politici » Il difficile riconoscimento diplomatico  
 


 

 
France in departments by Keith Johnston, F.R.S.E. Engraved & printed by W. & A.K. Johnston, Edinburgh. William Blackwood & Sons, Edinburgh & London, (1861)  

La nascita dello Stato italiano – che sanzionò quella modifica dei rapporti di forza in Europa che già la guerra di Crimea aveva iniziato a delineare – produsse un primo forte cambiamento dell'assetto internazionale elaborato dal Congresso di Vienna e contribuì a determinare la nascita di un nuovo equilibrio europeo.

La comparsa della “sesta grande potenza” causò, però, anche una serie di tensioni internazionali che produssero un difficile e graduale riconoscimento diplomatico del Regno d'Italia.

Al centro della questione che alimentava i timori di tutte le diplomazie europee, oltre alla grave situazione economica e alla fragile struttura unitaria dell'ordinamento civile e militare del neonato Stato italiano, risiedeva l'avversione alla portata rivoluzionaria di quel “principio di nazionalità” che era l'idea portante sulla quale si basava il Regno d'Italia e che, di fatto, rischiava di mettere in subordine il “principio di legittimità” sul quale era stato eretto l'intero assetto europeo dopo il Congresso di Vienna.

Il “principio di nazionalità” costituiva un'autentica sfida al diritto pubblico europeo, che si basava ancora sui trattati del 1814-1815, e un pericolo concreto per l'integrità territoriale di gran parte degli Stati europei.

Per questo motivo, in segno di protesta, le principali potenze europee, nell'autunno – inverno del 1860, avevano ritirato i propri rappresentanti diplomatici da Torino.

Il 27 ottobre 1860, però, il ministro degli Esteri inglese, Lord John Russell, in un'importante nota che lasciava presagire il provvidenziale riconoscimento britannico del Regno d'Italia, giustificò sia l'insurrezione contro il malgoverno nel Regno delle Due Sicilie e nello Stato pontificio che l'unione degli italiani attorno al Re di Sardegna.

 


 

  England and Wales by Keith Johnston, F.R.S.E. Engraved & printed by W. & A.K. Johnston, Edinburgh. William Blackwood & Sons, Edinburgh & London, (1861)

Così, dopo i primi atti solenni del Parlamento italiano, la Gran Bretagna, che cercava in questo modo di impedire una forte influenza francese sul nuovo Stato, riconobbe, per prima, il Regno d'Italia, il 30 marzo 1861. L'esempio fu seguito dalla Confederazione elvetica, lo stesso 30 marzo, e dagli Stati Uniti, il 13 aprile 1861.

Il governo francese, venuta meno la possibilità, dopo il riconoscimento britannico, di decidere una linea comune con le altre potenze europee, iniziò una serie di colloqui con il governo italiano, al centro dei quali risiedeva la presenza delle truppe francesi a Roma per la sicurezza della Santa Sede e del papa.

La Francia riconobbe il Regno d'Italia il 15 giugno 1861, poco dopo la morte di Cavour, ma accompagnò il riconoscimento con una nota che non solo non approvava la politica di unificazione italiana, ma considerava irreversibile il solo acquisto della Lombardia – come già aveva dichiarato nella conferenza di Varsavia dell'ottobre del 1860 –, faceva salvi i diritti dello Stato pontificio sulle province perdute e proclamava la necessità per la Francia di occupare Roma con una guarnigione militare.


 

 
J. J. E. Mayall - Lord John Russell (1792- 1898) - 1816  

Sull'esempio francese anche un altro paese cattolico, come il Portogallo, riconosceva il Regno d'Italia, il 27 giugno, seguito poi a luglio dalla Grecia, dall'Impero ottomano e dai paesi scandinavi. Il riconoscimento da parte dell'Olanda e del Belgio si svolse, invece, in due tempi: a luglio venne riconosciuto il nuovo titolo assunto da Vittorio Emanuele II mentre a novembre, dopo un acceso dibattito parlamentare – soprattutto nella Camera belga dove per 10 giorni si scontrarono cattolici e conservatori, da un lato, e liberali, dall'altro –, venne riconosciuto formalmente il nuovo Stato.

Sul finire del 1861, dunque, il neonato Regno d'Italia anche se aveva avuto l'importante riconoscimento della Gran Bretagna e quello della Francia, seppur con riserva, registrava ancora l'ostilità dell'Impero austriaco, della corte spagnola, della Russia, della Baviera, della Prussia e degli Stati della Confederazione germanica.

Un primo momento di svolta avvenne alla fine del maggio 1862 quando una serie di circostanze di politica interna e di azioni diplomatiche fecero volgere la situazione a favore dell'Italia.

Un ruolo decisivo lo giocò la diplomazia russa, in particolar modo, il ministro degli esteri Aleksandr Gorcakov che, scavalcando il governo prussiano e convincendo lo zar Alessandro II, avviò il riconoscimento del Regno d'Italia chiedendo in cambio l'impegno, da parte del governo italiano, di opporsi alle tendenze rivoluzionarie e, in particolare, ad ogni azione politica degli emigrati polacchi in Italia diretta contro l'integrità dell'Impero zarista.

Il governo russo informò, il 2 luglio del 1862, quello prussiano auspicando che anche re Guglielmo I adottasse la stessa linea di condotta. La Prussia si convinse della politica diplomatica russa e riconobbe il Regno d'Italia il 21 luglio 1862 con il proposito di salvare almeno il principio monarchico, di cui la dinastia sabauda era un valido supporto, ed evitare uno sconvolgimento in tutta Europa.

La decisione prussiana non mutò, tuttavia, l'atteggiamento ostile degli altri Stati tedeschi i quali, soggetti ancora all'influenza austriaca, riconobbero il nuovo Regno soltanto tre anni più tardi, alla fine del 1865: la Baviera nel mese di novembre, mentre gli altri Stati della Confederazione germanica, con eccezione di Hannover, riconobbero il nuovo Regno attraverso la ratifica del trattato di commercio con l'Italia, il 31 dicembre del 1865.

Nei mesi precedenti, il governo spagnolo guidato da Leopoldo O'Donnell, approfittando della disgregazione della maggioranza moderata e dell'indebolimento di coloro che difendevano il potere temporale del papa dopo la stipulazione della Convenzione di settembre del 1864, aveva annunciato come suo primo atto, il 21 giugno 1865, la volontà di riconoscere il Regno d'Italia e già nel settembre del 1865 aveva ristabilito le relazioni diplomatiche tra i due Stati.

Alla fine del 1865, dunque, lo Stato italiano, dopo una lunga campagna diplomatica, seppur con le riserve di Francia, Prussia e Spagna, aveva ristabilito regolari relazioni diplomatiche con tutti i maggiori Stati ad eccezione della Santa Sede e dell'Impero asburgico che avrebbe riconosciuto il Regno d'Italia soltanto dopo la guerra austro-prussiana del 1866.

La Conferenza di Londra del 1867, infine, che fu l'ultima assise del concerto europeo continentale chiamata a deliberare su una crisi scoppiata in Europa, sancì formalmente la nascita dell'Italia come “sesta grande potenza”.

 

Il riconoscimento britannico

Il documento che segue è la lettera che il ministro plenipotenziario a Londra, Vittorio Emanuele d'Azeglio, inviò al presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Camillo Benso conte di Cavour. In allegato alla lettera è riprodotta la breve missiva con cui il ministro degli Esteri inglese, Lord John Russell, il 30 marzo 1861, comunicò il riconoscimento diplomatico del nuovo Regno d'Italia da parte del governo britannico.

Documenti Diplomatici Italiani, I Serie, 1861-1870, I, 8 gennaio-31 dicembre 1861, Roma, La libreria dello Stato, 1952, pp. 66-67, Azeglio a Cavour, 30 marzo 1861, n. 40 e allegato.

 

Il riconoscimento francese

Nella lettera che Napoleone III inviò a Vittorio Emanuele II il 12 luglio 1861 dopo il riconoscimento del Regno d'Italia avvenuto il 15 giugno, l'imperatore francese, pur mostrandosi vicino alla causa nazionale italiana, affermò che avrebbe lasciato le sue truppe a Roma finché il «Papa sarà minacciato» di essere invaso da «una forza regolare od irregolare».

Antologia storico-diplomatica, a cura di E. Anchieri, Varese, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, 1941, pp. 145-146.

 

Il riconoscimento russo e prussiano

Il testo che segue è estratto da un saggio di storia diplomatica di Ettore Antichieri e prende in esame la situazione internazionale tra il 1862 e il 1865 quando, prima la Russia e la Prussia, e, poi, la Baviera e gli altri Stati della Confederazione germanica, riconobbero il nuovo Regno d'Italia.

E. Anchieri, Il riconoscimento del Regno d'Italia, in Atti del XL Congresso di storia del Risorgimento italiano (Torino, 26-30 ottobre 1961), Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1963, pp. 28-39.

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