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Monticelli di Genga (Ancona), 22 agosto 1760 – Roma, 10 febbraio 1829
Membro di un casato che da secoli aveva tratto i propri titoli di nobiltà dal feudo pontificio di Genga, fu ordinato sacerdote il 14 giugno 1783 e frequentò l'Accademia dei nobili ecclesiastici, che preparava alla carriera diplomatica, fino al 1790. Nominato vescovo nel 1794, fu designato per otto anni alla nunziatura della Germania renana, con residenza a Colonia. Successivamente, nel 1806, fu inviato in Baviera per stipulare un concordato che consolidasse i vincoli tra la Santa Sede e i cattolici tedeschi, ma, nonostante le lunghe trattative, non ebbe successo; un fallimento si rivelò anche la missione tentata a Parigi nel 1808 allo scopo di convincere Napoleone ad aderire ad un progetto di lega difensiva con Roma. Rinchiusosi nell'abbazia di Monticelli durante l'occupazione francese di Roma, tornò sulla scena solo nel maggio 1814, quale nunzio straordinario in Francia. Presto sollevato dall'incarico dopo un diverbio con il segretario di Stato Consalvi, che non approvava l'indirizzo eccessivamente reazionario delle richieste da lui presentate a Parigi, attraversò un periodo di prostrazione fisica e morale durante il quale si rifugiò nuovamente a Monticelli. Elevato al cardinalato l'8 marzo 1816, nel maggio 1820 assunse le cariche di prefetto della Congregazione dell'immunità ecclesiastica e di cardinale vicario, entrambe così rilevanti da dimostrare che la tendenza intransigente era lungi dall'essere sconfitta all'interno della Curia. Alla morte di Pio VII, nell'agosto del 1823, fu proprio la fazione degli zelanti a sostenere la sua candidatura e ad eleggerlo papa il 28 settembre. Rigido e refrattario alle novità, Leone XII si impegnò per un risveglio spirituale della società, dando alla politica interna un indirizzo prettamente conservatore. Poco amato dalla popolazione della capitale, che mal digeriva la sua eccessiva rigidità morale, culminata con una serie di provvedimenti attuati nel 1824 a tutela dell'ordine pubblico in vista del giubileo del 1825, rilanciò le persecuzioni antiebraiche, imponendo l'ampliamento del ghetto. Di fronte al malcontento che serpeggiava soprattutto nella parte settentrionale dello Stato pontificio, manifestatosi in una serie di congiure ed attentati, rispose inviando l'intransigente cardinale Rivarola, che scatenò nelle Legazioni una durissima repressione giudiziaria, conclusasi nell'agosto 1825 con una sentenza che colpiva più di cinquecento imputati. Nel novembre 1825 la stessa Roma fu inoltre teatro della decapitazione dei carbonari Angelo Targhini e Leonida Montanari, arrestati per il ferimento di una spia e condannati a morte dopo un processo sommario. Avviato nel 1826 un modesto tentativo di rimettere ordine nelle strutture temporali dello Stato, creò alcune congregazioni e commissioni per migliorare l'efficienza della burocrazia, e si preoccupò della popolazione indigente allo scopo di ridurre mendicità e vagabondaggio. Fu Leone XII a cancellare dall'Indice le opere di Galilei. Si spense a Roma il 10 febbraio 1829. Schede collegate: Lo Stato della Chiesa; la politica della Santa Sede Galleria immagini
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