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I Personaggi Principali » Anita (Anna Maria Ribeiro da Silva)  
Morrinhos (nello Stato brasiliano di Santa Catharina), 1821 ca - fattoria Guiccioli (presso Ravenna)
 
 
Anna Magnani nel ruolo di Anita nel film "Camicie Rosse".

Prima moglie di Giuseppe Garibaldi. Si conobbero a Laguna (Santa Catharina) nell'agosto del 1839.

Il mese precedente le truppe dei farrapos (gli insorti del Rio Grande do sul) vi avevano proclamato la Repubblica Catarinense. Era sposata a Manuel Duarte de Aguiar (1835). Il 23 ottobre Anita abbandonò il marito per seguire Garibaldi sulla nave Rio Pardo; da allora in poi, i due amanti condivisero una vita di passioni e avventure. Anita combatté con Garibaldi ad Imbituba, a Laguna e nella battaglia di Curitybanos, dove fu catturata e fatta prigioniera.

Riuscì a fuggire e a riunirsi a Garibaldi. Insieme partirono per San Simon, dove il 16 settembre 1840 Anita diede alla luce il primogenito di Garibaldi, Menotti. Nel maggio-agosto del 1841, nel cuor dell'inverno sudamericano, Garibaldi e i suoi dovettero ritirarsi, incalzati dalle truppe nemiche.

Fu per Anita che portava con sé il piccolo Menotti una prova durissima. Verso la fine del 1841 abbandonarono il Rio Grande do sul, per recarsi a Montevideo. Qui, morto il primo marito di Anita, si sposarono il 16 giugno del 1842.


 

 

Ritratto di Anita - Musei Civici, raccolta Bertarelli - Milano

 

 

Nel dicembre del 1847 Anita si imbarcò per l'Italia con Menotti e gli altri due figli che intanto erano nati, Teresita e Ricciotti. Giunse a Nizza due mesi dopo. Quando Garibaldi, alla fine di ottobre del 1848, andò in Toscana, Anita lo seguì.

Furono insieme durante la difesa della Repubblica romana, nel giugno del 1849, e il 2 luglio quando Garibaldi e i suoi uomini lasciarono la città ormai sconfitta, partì vestita da ufficiale della Legione. Era in stato di avanzata gravidanza.

A San Marino le sue condizioni di salute erano già molto preoccupanti. Non volle però abbandonare il marito, e lo seguì a Cesenatico (10 agosto), imbarcandosi su uno di quei bragozzi che Garibaldi aveva requisito per raggiungere Venezia e che furono catturati in gran parte dagli austriaci.

Quello su cui erano Garibaldi, Anita e qualche altro, riuscì a sfuggire. Lasciata la barca i due sposi proseguirono la loro fuga per terra, attraverso un terreno paludoso.

Alla fattoria Guiccioli, alle Mandriole, dove Anita, spossata dalla fatica e dal caldo opprimente, arrivò quasi moribonda non ci fu più niente da fare.

Seppellita in gran fretta dentro una fossa scavata nella sabbia, in una localita deserta, detta Mota della Pastorara, la salma di Anita fu tumulata sette giorni dopo nel cimitero parrocchiale delle Mandriole, fino a quando, alla presenza del marito, nel settembre del 1859, venne trasportata a Nizza.

Nel cinquantenario della morte di Giuseppe Garibaldi (2 giugno 1932) fu eretto un monumento, opera dello scultore Mario Rutelli, sul Gianicolo, presso a quello dell'eroe; lì oggi riposano le ceneri di Anita.

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