Navigazione: » Il Risorgimento » I personaggi » I personaggi principali
Motore di ricerca

Cerca all'interno
dell'archivio

   I personaggi principali
  I Personaggi Principali
Seleziona una lettera:

0-9 A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z
  Gli articoli più visualizzati
Bandiera Italiana
  Sito ottimizzato
Ottimizzazione

Sito ottimizzato per una risoluzione di 1024x768px o superiori.

Browser/applicazioni consigliate

  • Firefox 3+
  • Crome - tutte le versioni
  • Internet Explorer 7+
  • Opera 9+
  • Safari 5+
  • Adobe Acrobat Reader o altro lettore pdf (per visualizzazione documenti)
 

I Personaggi Principali » Depretis Agostino  
Mezzana Bottarone oggi Bressana Bottarone (Pavia),1813 – Stradella, 1887
 


 

 
 Ritratto fotografico di Agostino Depretis.  

Figlio di un'agiata famiglia di agricoltori. Capo del movimento liberale nella provincia di Voghera, fu deputato al Parlamento subalpino (1848). Divenne uno dei capi dell'opposizione democratica, insieme ad Angelo Brofferio e Urbano Rattazzi.

Fondò con Cesare Correnti il «Progresso», mantenendo contemporaneamente rapporti epistolari con Giuseppe Mazzini, che preparava il moto milanese del 6 febbraio 1853.

Dopo la formazione del «gran ministero» Cavour e il nuovo orientamento della politica nazionale, Depretis non mutò il suo indirizzo d'opposizione e nel conflitto Cavour-Brofferio sostenne il secondo votando contro la spedizione di Crimea.

Nominato dopo la guerra del 1859 governatore di Brescia, l'anno seguente fu inviato in Sicilia con la carica di prodittatore. Sbarcò a Palermo il giorno dopo la battaglia di Milazzo, quando la Sicilia era ormai nelle mani di Garibaldi e già si delineava il problema dell'annessione che divideva democratici e liberali.

Depretis, che in quegli ultimi anni si era lentamente accostato alla monarchia, si sforzò anzitutto di far cessare il disordine che regnava nell'amministrazione dell'isola, e, seguendo alla lettera le istruzioni ricevute dal conte di Cavour, ai primi di settembre del 1860 cercò di convertire Garibaldi all'idea dell'annessione immediata; ne nacque un aperto dissidio con Crispi, allora segretario generale della dittatura.

Depretis, constatando l'inutilità dei suoi sforzi per procedere all'annessione dell'isola al Piemonte, rassegnò le sue dimissioni (14 settembre 1860) e tornò a Torino, dove riprese la vita parlamentare. Quando Rattazzi, capo della Sinistra, divenne presidente del Consiglio (1862), Depretis ottenne il ministero dei Lavori pubblici, che tenne fino alla caduta del governo (10 dicembre 1862). Nel giugno 1866, nel gabinetto Ricasoli, ebbe il portafoglio della Marina, proprio alla vigilia della dichiarazione di guerra (20 giugno 1866). Dal 1867 al 1876 partecipò a tutte le lotte che si svolsero nel Parlamento, rimanendo sempre nelle file del vecchio partito di Sinistra, che, morto Rattazzi nel 1873, lo riconobbe come suo capo.

L'antagonismo fra Destra e Sinistra si era in quegli ultimi anni maggiormente acuito, da quando Marco Minghetti aveva assunto la presidenza del Consiglio, dimostrandosi un tenace avversario della Sinistra. Nella discussione avvenuta il 18 marzo 1876 al Parlamento per la completa abolizione della tassa sul macinato, il ministero Minghetti, aspramente combattuto dalla Sinistra e abbandonato anche da molti deputati della stessa Destra, riportò nella questione di fiducia un voto sfavorevole e fu costretto a dimettersi. Si inaugurava così una nuova e lunga stagione politica dell'Italia post-unitaria. Depretis fu a capo di ben otto governi.

Durante le sue presidenze ebbe inizio l'espansione coloniale italiana in Africa; il diritto di voto, ristretto ad una fascia molto esigua della popolazione, fu esteso a due milioni e mezzo circa di cittadini. Al nome di Depretis è associata la pratica del trasformismo parlamentare.

   Stampa
  Galleria immagini