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Eventi » La guerra di Crimea e il congresso di Parigi  
 

 

 
A. Lafosse - I plenipotenziari al Congresso di Parigi - stampa - Museo del Risorgimento - Milano  

L'occupazione dei principati danubiani di Moldavia e Valacchia da parte della Russia provocò la reazione di Francia e Inghilterra che dichiararono guerra allo zar Nicola I il 27 marzo 1854.

Già il 10 aprile conclusero un trattato di alleanza, in cui affermarono di voler tutelare l'integrità dell'Impero ottomano e ristabilire così l'equilibrio in Europa.

Grazie all'abilità di Cavour – che riuscì tra l'altro a sventare una manovra tendente a legare la partecipazione al conflitto all'affossamento del disegno di legge sulla soppressione dei conventi e alla nascita di un ministero Revel – nel gennaio 1855 il Piemonte firmò un trattato di alleanza con Francia e Inghilterra, poi approvato dal Parlamento tra febbraio e marzo.

Conseguenza immediata del trattato fu la dichiarazione di guerra alla Russia, il 4 marzo 1855, e la spedizione in Crimea di quindicimila uomini; il corpo armato, guidato da Alfonso La Marmora, diede poi buona prova di sé il 16 agosto 1855 nella battaglia difensiva sul fiume Cernaia. Questa stessa battaglia fece fallire l'ultimo tentativo russo di rompere l'assedio di Sebastopoli.

Cavour poté quindi partecipare come plenipotenziario di uno Stato vincitore al Congresso che si aprì a Parigi il 25 febbraio 1856. L'attività del primo ministro sardo fu particolarmente intensa al di fuori delle sedute congressuali e mirò sostanzialmente ad ottenere che qualche mutamento della situazione italiana potesse attuarsi con l'appoggio francese e inglese. Come è noto, però, l'unico risultato concreto ottenuto dallo statista piemontese fu la discussione sull'Italia, che si tenne nella capitale francese l'8 aprile 1856.

 


 

  G. Induno - La battaglia della Cernaia. Particolare - 1857 - olio su tela - Archivio Cariplo - Milano

In quell'occasione Cavour protestò contro l'occupazione dello Stato pontificio e sottolineò come la situazione interna delle Legazioni fosse peggiorata dopo il 1849.

Condannando poi la condotta seguita da Ferdinando II (come era stato già fatto, del resto, dai rappresentanti di Francia e Inghilterra) sostenne che proprio quel comportamento accresceva le forze del partito rivoluzionario e costituiva, quindi, un pericolo per il Piemonte e per l'Italia.

Proponendosi in ambito internazionale come portavoce di istanze di rinnovamento e come tutore di uno sbocco non rivoluzionario nella penisola, Cavour ottenne così con il Congresso di Parigi un ampio successo morale: il suo operato, infatti, approvato dal Parlamento subalpino nel maggio 1856, contribuì a rafforzare il ruolo-guida del Regno di Sardegna nel movimento nazionale.

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