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Eventi » La Toscana nel 1848-1849  
 


 

 
Il popolo di Firenze ringrazia il granduca Leopoldo per le riforme accordate - 1847 - stampa - Musei Civici - Raccolta Bertarelli - Milano  

La situazione in Toscana, dove il 17 febbraio 1848 Leopoldo II aveva concesso uno Statuto ispirato alla Costituzione francese del 1830, si complicò alla fine di ottobre 1848, quando il Granduca fu costretto dalla pressione popolare a formare un ministero democratico, capeggiato da Giuseppe Montanelli e Francesco Domenico Guerrazzi, capo dei repubblicani livornesi.

Quando poi il Parlamento toscano venne a conoscenza del decreto del governo romano del 16 gennaio 1849 – con il quale era stabilito che i cento deputati che avessero ricevuto il maggior numero dei suffragi alle elezioni per la Costituente romana, del successivo 21 gennaio, avrebbero rappresentato lo Stato romano anche alla Costituente italiana – volle anch'esso approvare un progetto di legge per l'elezione di 37 deputati da inviare alla Costituente nazionale.

A questo punto il Granduca, che il 30 gennaio si era trasferito improvvisamente a Siena, nella notte tra il 7 e l'8 febbraio partì segretamente per Porto Santo Stefano. Di qui, il 21 febbraio si sarebbe poi imbarcato per Gaeta, dove sarebbe giunto il 23.

Non appena giunse a Firenze la notizie della partenza di Leopoldo II da Siena, l'8 febbraio, le Camere, sotto la pressione dei democratici, elessero un governo provvisorio, composto da Guerrazzi, Montanelli e Mazzoni. Benché l'esecutivo indicesse per il 12 marzo sia le elezioni per i deputati da inviare alla Costituente italiana, sia quelle per un'Assemblea provvisoria toscana, Guerrazzi riuscì a far rinviare ogni decisione sulla prima questione, contribuendo decisamente al fallimento dell'idea costituente lanciata da Montanelli fin dall'ottobre 1848.

 

 

  A. Ciseri - Francesco Domenico Guerrazzi - dipinto - Soprintendenza alle Gallerie - Firenze

Ricevuta la notizia della sconfitta piemontese, la nuova Assemblea toscana, che si era riunita per la prima volta solo il 25 marzo, deliberò il 27 di affidare la pienezza del potere esecutivo a Guerrazzi, mentre tre giorni dopo decretò di rinviare ogni decisione sulla proclamazione della Repubblica e sull'unione con Roma, optando anche per sospendere i propri lavori.

Guerrazzi tentò quindi di accordarsi con i moderati per preparare il ritorno di Leopoldo II, nella convinzione che questo fosse l'unico modo per evitare un'occupazione austriaca della Toscana.

Incapace di guadagnarsi la loro fiducia, dovette invece assistere, il 12 aprile, all'assunzione del potere da parte del municipio di Firenze in nome del Granduca, e al conseguente scioglimento dell'Assemblea toscana, che pure aveva tentato invano di riconvocare prima di essere egli stesso rinchiuso in fortezza.

In ottemperanza ad una esplicita richiesta di Leopoldo II, il 26 aprile un corpo di spedizione austriaco si mosse quindi dai confini estensi. Occupate senza problemi Lucca e Pisa il 5 e il 6 maggio 1849, gli austriaci incontrarono una accanita resistenza a Livorno, che fu conquistata la sera dell'11 maggio.

Benché all'ultimo momento il Granduca avesse tentato di fermare la loro marcia sulla capitale, gli austriaci entrarono a Firenze il 25 maggio e completarono i giorni successivi l'occupazione dell'intera Toscana, rientrata nell'orbita dell'Impero asburgico.

Il Granduca ritornò invece a Firenze due mesi dopo, il 28 luglio 1849 e sospese lo Statuto, formalmente abrogato solo il 6 maggio 1852.

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