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Eventi » Il Regno delle Due Sicilie nel 1848-1849  
 


 

 
Regno delle due Sicilie - Napoli - 1841 - Compilata ed eseguita su pietra da Benedetto Marzolla - Real Litografia Militare  

Dopo la concessione della Costituzione da parte di Ferdinando II nel febbraio 1848, la situazione nel Regno delle Due Sicilie non migliorò.


 

 
Ferdinando II di Borbone - Palazzo Reale - Napoli  

Aggravatasi già nel marzo, quando il Comitato generale siciliano aveva ribadito la sua intransigenza nonostante la mediazione dell'inviato straordinario inglese Lord Minto, nei due mesi successivi la condizione generale del Regno si complicò ulteriormente: non solo infatti il 13 aprile, nel pieno della prima guerra di indipendenza, il Parlamento siciliano proclamò la decadenza della dinastia borbonica dal trono della Sicilia; ma la volontà di modificare la Costituzione manifestata dalla maggioranza dei nuovi deputati del Parlamento continentale determinò, tra il 13 e il 16 maggio, un durissimo scontro con Ferdinando II il quale non esitò a reprimere nel sangue una violenta sollevazione popolare esplosa in quel frangente a Napoli.

Il 17, Ferdinando decise quindi di sciogliere il Parlamento e di richiamare il corpo di spedizione comandato da Guglielmo Pepe, alcuni giorni prima partito per Venezia a sostegno della guerra antiaustriaca.

Dopo gli avvenimenti del maggio, alcuni tentativi insurrezionali si concretizzarono anche in Calabria: qui si formarono comitati di salute pubblica antigovernativi (a Cosenza e Catanzaro) e si verificarono alcuni atti di guerriglia.

Mentre però la ribellione calabrese fu sconfitta dalle truppe napoletane entro la metà di luglio, solamente alla fine di agosto del 1848 Ferdinando II si convinse della necessità di inviare una spedizione in Sicilia per tentare di riconquistare l'isola.

Sbarcati a Messina il 2 settembre, ventimila uomini comandati dal generale Carlo Filangieri sottoposero per alcuni giorni la città ad un violentissimo bombardamento, costringendola il 7 settembre alla resa dopo una tenace resistenza.

Sospese le ostilità grazie alla mediazione franco-inglese, si giunse l'8 ottobre, dopo lunghe trattative, alla firma di un armistizio di lunga durata, in base al quale i napoletani occuparono per il momento il triangolo tra capo Peloro, Milazzo e Scaletta.

Vistosi però respingere dai siciliani anche la sua ultima proposta di mediazione – l'atto di Gaeta del 28 febbraio 1849, con il quale tra le altre cose veniva concesso alla Sicilia un Parlamento indipendente – il 19 marzo 1849 Ferdinando II denunciò l'armistizio dell'ottobre.

 


 

  Generale Guglielmo Pepe - Museo del Risorgimento - Torino

Dieci giorni dopo le truppe del generale Filangieri ripresero quindi le ostilità: occupata Taormina il 4 aprile, cominciarono l'attacco a Catania, conquistata il 7. Il 9 Filangieri poté quindi occupare senza difficoltà Augusta, Siracusa e Noto.

Dopo la fuga verso Malta di Ruggero Settimo e di molti altri cittadini compromessi nella rivoluzione, il 27 aprile una deputazione nominata dal municipio di Palermo firmò la capitolazione. Voluta dai moderati, essa però determinò, il 29 aprile, violenti tumulti popolari, che si rinnovarono il 3 maggio.

Dopo alcuni giorni di guerriglia nei dintorni di Palermo, ogni resistenza cessò il 15 maggio 1849, giorno in cui la capitale siciliana venne rioccupata dalle truppe borboniche.

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