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Dagli anni Cinquanta ad oggi (1951-2011) » Orfei Moira  
1931
 

 

 
Moira Orfei sulla terrazza di casa, anni Sessanta - © Istituto Luce-gestione Archivi Alinari, Firenze  

A metà strada tra magia, favola e sogno, il Circo è uno spigolo unico del vecchio carrozzone dello spettacolo. È un mondo alternativo e caleidoscopico attraverso cui mettere alla prova la lungimiranza della nostra immaginazione, solleticare la memoria storica e ritrovare le atmosfere del teatro di strada, delle lanterne magiche nei Luna Park, dei palcoscenici ambulanti che animavano i vicoli di un tempo. Cocteau e Picasso parlavano della segatura come uno degli odori meno stupidi del mondo e Baudelaire in uno spleen parigino si identificava con un vecchio saltimbanco.

Nello star-system circense, Moira Orfei simbolizza tutto questo ed è, senza dubbio, la diva per eccellenza. In piena attività da oltre quarant'anni, ha toccato le città di mezzo mondo, confermando la lunga tradizione del circo italiano dal clown Joe Grimaldi (citato perfino da Charles Dickens), la voglia itinerante del conte udinese Antonio Franconi o il fondatore del circo moderno Giancarlo Pretini, che tracciò nuove strade nell'evoluzione di questa forma di spettacolo.

La sua fama si consolida fin dagli anni Sessanta grazie a diverse circostanze: la partecipazione a film di successo, le numerose apparizioni in televisione, i milioni e milioni di manifesti con il suo volto sorridente affissi in tutta Italia e, soprattutto, il suo essere un personaggio con caratteristiche ben precise, sempre uguali, sia esteriori (una donna piccante) come la pettinatura, il trucco, i vestiti, sia interiori come l'estrema generosità, la dedizione alla famiglia e al lavoro.

Figlia d'arte, nata in un carrozzone a Cadroipo (Udine 1931) nel piccolo circo del padre Riccardo (famoso clown Bigolon), alla morte del genitore viene accolta dallo zio Orlando che faceva lo stesso mestiere; a sei anni è già una brava generica.

Negli anni Sessanta intraprende una carriera cinematografica che la porterà ad apparire in una cinquantina di film e dopo poco sposerà Walter Nones, conosciuto in Kuwait. Insieme intraprenderanno inizialmente una poco fortunata società con le sorelle Mediano e sarà nel 1963 che arriverà il vero successo con l'inaugurazione del Circo di Moira Orfei.

Oltre a presentare spettacoli di altissimo livello, il complesso segnerà alcune tappe importanti nella storia del circo italiano, passando dall'estetica alla grande attrazione dei primi anni Settanta (“l'uomo proiettile”), al Circo sul ghiaccio.

Una sorta di città viaggiante con due piste, oltre duecento dipendenti, considerato dalla critica uno dei migliori spettacoli circensi italiani del dopoguerra. Avevano il tutto esaurito e quando il manager di un circo concorrente in bolletta chiese come facessero, Walter Nones l'innamoratissimo marito, rispose pieno d'orgoglio «È semplice, noi abbiamo Moira». Poi arrivò lo spettacolo di rivista con Alighiero Noschese (Follie sul ghiaccio, 1974) e la scelta di attingere ad artisti dell'enorme serbatoio sovietico negli anni Ottanta (Moira più Mosca) per poi arrivare alla riduzione attuale in stile Music Hall, particolarmente attenta al ritmo, all'eleganza, all'organicità dello spettacolo.

«Partiamo con un numero esotico di nostro figlio Stefano», dice Moira «che si è specializzato nel lavoro con gli animali. Cammelli, antilopi, zebre, bisonte americano, struzzi, mou, canguri, giraffe, rinoceronti, ippopotami nani, tutti entrano liberi in pista con un addestramento speciale»

Dal 1975, sotto diverse insegne, hanno effettuato numerose tournées all'estero come quella in Iran nel 1977, quando il circo rimase bloccato con cento artisti e cinquanta animali in seguito all'insurrezione popolare e si mobilitò il Ministero degli Esteri, che fece inviare la “Achille Lauro” a recuperare personale, animali e attrezzature.

Hanno ricevuto molti riconoscimenti come il Clown d'oro nel 1987 e in seguito quello d'argento per il numero d'animali esotici e per l'alta scuola di equitazione, presentati dai figli di Moira e Walter: Stefano e Lara Orfei-Nones, considerati tra i più completi artisti di circo italiano della nuova generazione.

Moira Orfei è una donna incantevole che negli anni è riuscita a rimanere identica a se stessa, con una tempra di ferro, la tenacia, l'intelligenza, gli occhi neri e scintillanti, un sorriso radioso, la straordinaria pettinatura con l'ondulazione appena fatta, l'inconscia purezza, il fascino eterno oltre l'isteria delle mode che né l'avventatezza di una gioventù sicuramente difficile, né il lavoro, né le notti insonni hanno mai alterato.

Sembra aver compresso la sua vita, gli affetti e la grande generosità in una valigetta portatile dove il circo, la famiglia e la gioia di vivere indissolubilmente legati, sono un lungo viaggio di terra e di cuore. Lei è ciò che tutti noi vorremmo essere. È una regina nel suo campo e come nelle opere le regine hanno sempre delle trionfanti storie d'amore.

«La nostra è stata una vita meravigliosa, siamo la squadra più affiatata del mondo: due cuori e uno chapiteau», dice con la sua bella faccia florida. «Le fate madrine devono avermi ascoltata perché ogni mio desiderio è stato esaudito».

Gaia de Beaumont

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