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Dalla prima guerra mondiale al secondo dopoguerra (1915-1950) » Fontana Zoe, Micol e Giovanna  
Zoe 1911 - 1979 – Micol 1913 – Giovanna 1915 - 2004
 


 

 
Le sorelle Fontana: da sinistra: Zoe, Micol e Giovanna, 1950 ca. - © G.B.G./Grazia Neri, Milano  

Quando nel 1943, in piena guerra, Zoe, Micol e Giovanna Fontana aprono a Roma il primo atelier di alta moda, la loro avventura nella capitale è iniziata già da sette anni.

Le sorelle sono arrivate a Roma nell'autunno del ‘36; tre ragazze di provincia, cresciute alla scuola di mamma Amabile che ha ereditato dalla bisnonna Zeide la sartoria di Traversetolo, paesotto a pochi chilometri da Parma. E, nell'Italia che torna a vivere dopo le privazioni della guerra, riusciranno nell'arco di una dozzina d'anni ad affermarsi come protagoniste del nascente made in Italy, strappando ai francesi il monopolio dalla moda di qualità. Le sorelle Fontana sono figlie d'arte.

Volitive e determinate, decidono ben presto che la monotona vita di Traversetolo non fa per loro. Si lasciano alle spalle la piccola sartoria di famiglia e nel ‘36 sbarcano a Roma. Per prima arriva Zoe.

E' la più grande, ha 25 anni, è già stata a Parigi per studiare i modelli degli astri dell'epoca, Chanel, Patou e Schiaparelli. A Roma trova subito lavoro nella sartoria Zecca; due mesi dopo la raggiungono Micol, che va a cucire in un laboratorio artigiano e Giovanna, che invece preferisce lavorare in casa. Nel ‘39 le tre sartine sono mature per il grande passo e si fanno imprenditrici. Si mettono in proprio e affittano un appartamento in via Emilia che funziona da atelier e da abitazione.

In Europa soffiano i venti di guerra, ma il lavoro non manca. Sono piuttosto le stoffe pregiate a scarseggiare e, quando il conflitto arriva in Italia, le sorelle prelevano verdure e patate dall'orto dei genitori che nel frattempo si sono trasferiti a Roma, nella campagna a Prima Porta. Scambiano il cibo con pezze di lana e di seta e le trasformano in abiti esclusivi e raffinati.

Ma le sorelle guardano avanti: alla fine del ‘43, con un capitale di appena 500 lire, sfidano i tempi ancora incerti e aprono la “Casa di mode sorelle Fontana”, a palazzo Orsini, in via Liguria, a due passi da via Veneto. Si dimostrano lungimiranti: nel giugno del ‘44, Roma viene liberata e la gente torna a frequentare salotti e night club. Nel giro della Roma che conta si sente sempre più parlare di «quelle Fontana» e si moltiplicano le clienti aristocratiche, tra loro la principessa Torlonia, Doris Pignatelli, Donna Ursula Pacelli.

Poco dopo, un pezzo di Hollywood, la mitica mecca del cinema, s'insedia a Cinecittà e un matrimonio, anzi soprattutto un vestito diventa il trampolino di lancio delle sorelle. È il 1948 quando Linda Christian sposa Tyrone Power. Sono le nozze del secolo. L'attrice si fa confezionare l'abito bianco dall'atelier Fontana. Ed è il successo. Le Fontana cominciano a collaborare con il mondo del cinema e già nel ‘50 non c'è diva che non voglia possedere una loro creazione. E non c'è fidanzata d'America che non sogni l'abito bianco firmato Fontana, compresa Margaret Truman, la figlia del presidente degli Stati Uniti, che oltre a quello di nozze, acquista dalla maison un intero guardaroba.

Nel ‘51 a Firenze parte la prima sfilata dell'Alta moda italiana e le sorelle Fontana lanciano la loro collezione. Sono diventate i motori del made in Italy. Micol va negli Stati Uniti e diventa ambasciatrice dello stile delle sorelle a New York e Liz Taylor, Rita Hayworth, Katerine Hepburn diventano clienti fisse. Ava Gardner pretende che tutti i suoi abiti di scena vengano realizzati dalla casa.

Nel 1957 l'atelier si trasferisce a Piazza di Spagna, sulla salita di San Sebastianello. Le sorelle sono all'apice della loro notorietà e vincono l'Oscar nazionale della moda a Saint Vincent. Sono anni di successi e riconoscimenti. Vestono Anita Ekberg per La dolce vita di Fellini, Ursula Andress, e Audrey Hepburn.

Negli anni le sorelle Fontana intrecciano il loro nome con il teatro, con il cinema, con la finanza e con la politica, ma non dimenticano mai la loro provenienza artigianale e non abbandonano il loro stile discreto e insieme sontuoso. Esportano in Giappone, in Arabia Saudita e aprono boutique in Italia e all'estero.

Nel 1979 muore Zoe, Giovanna e Micol si dedicano all'azienda con nuove idee e allargano la produzione. Finché, negli anni Ottanta, il loro marchio è messo in ombra da un'ondata di nuovi stilisti. Nel ‘92 lo vendono; nel ‘94 Micol dà vita alla Fondazione sorelle Fontana. È una scuola, ma anche un museo dell'alta moda italiana.

Silvana Mazzocchi

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